Il nome “Gerosa” potrebbe derivare dal latino “gerere rosam” (portar la rosa) perché sul suolo di questo paese il clima è mite e dolce e la primavera è sempre più avanti che negli altri luoghi. Il nome potrebbe anche derivare dalla configurazione del terreno molto ghiaioso e sassoso.
Gerosa è come adagiata sul sedile di un grande poltrona con a destra la cresta di Blello, a sinistra le cime del Sornadello e Castel della Regina, alle spalle il Pralongone e ai piedi Foppetta, Foppone e Foppa Calda.
La Forcella di Bura che dà il passo dalla Valle Brembilla a quella di Taleggio segna il confine settentrionale del territorio di Gerosa e il limite estremo della Valle Brembilla. Alla Forcella di Bura sorgeva una grande porta di pietra con arco dell’altezza di 6 metri alla cui sommità stavano infisse due lapidi: quella a lato nord ricordava la giurisdizione dell’arcivescovo di Milano ( Val Taleggio) l’altra dal lato opposto quello del Vescovo di Bergamo. La porta fu abbattuta nel 1856 quando fu costruita l’attuale strada di comunicazione tra la Val Brembilla e la Val Taleggio. Le due lapidi andarono perse.